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  • Immagine del redattore: Tatiana
    Tatiana
  • 2 apr 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 27 gen 2022


Qualche settimana fa sono stata a Reggio Emilia allo Studio Policrea a presentare questo ultimo pezzetto della mia ricerca che riguarda proprio lui, il giudice interiore!

Qui ti racconto alcuni passaggi di questo dialogo, a tu per tu con il giudice,

quel personaggio astuto e insolente che si nasconde negli schemi ricevuti, fossilizzati e ormai dimenticati che risiedono nel nostro corpo, mente, ed nelle nostre emozioni!

Chi è per te un Giudice? E chi è per te un Critico?

Talvolta il nostro critico interiore diventa giudice, se gli lasciamo procedere nel sentenziare noi stessi; altre volte rimane un fastidioso critico, che sembra volerci bene, ma nient'affatto, vediamo perché.

Quando meno ce l'aspettiamo, un po' in sordina arriva e vocifera; già sentire la sua voce richiede un livello di presenza consapevole per riconoscerlo.

Solitamente arriva come un sintomo fisico, come una chiacchera svalutante e denigrante, che ci racconta come esseri piccoli, insicuri, fragili, scoloriti, dubbiosi e timidi.

Da dove vengono queste "voci"? Arrivano dal nostro contesto culturale e religioso, dai giudici interiori dei nostri genitori, dalla matrice criticante della società.

E' una condizione limitante per noi perché ciò che fa il critico interiore è proprio quello di mantenere fuori tutto ciò che non si confà all'immagine definita nella struttura psichica e formatasi attraverso il condizionamento genetico, famigliare, sociale e religioso ricevuto e con il quale consapevolmente o inconsapevolmente mi identifico.

Ma ancora di più che tenere fuori ciò che è fuori, tiene me dentro, dentro dei confini che proteggono lo status quo. Quindi ogni volta che vorrò andare oltre i miei confini dovrò affrontare il mio critico e i suoi attacchi.

Di fronte a questo attacco si muovono in me le forze dell'energia aggressiva e rispetto a come sono stato educato a gestire queste forze, avrò la destrezza o meno di muovermi in difesa e costruttivamente di fronte al giudice.

L'aggressività che genera questo attacco se non consapevolizzata si manifesta subito nel corpo, e da un sintomo possono agire, per neutralizzare il giudice.

Come?

Con...

- L'umorismo

- La comprensione

- La compassione

- La disidentificazione

- La presenza senza giudizio

- L'accettazione senza il rifiuto di cio che percepisco e mi accade

Dalla mia parte ci sono sempre i fiori di Bach che come catalizzatori di soluzioni emozionali e percettive mi sostengono nel neutralizzare il giudice.

Quali?

In primis Pine, il fiore del Pino, che ci fa muovere nella vita a piene mani, con passo presente e pieno invece che in punta di piedi perchè quello che siamo o che facciamo non è mai abbastanza.

Centaury ci aiuta a dire di no, senza che il giudice limiti la nostra scelta, quando siamo abituati a essere al servizio degli altri tralasciando l'impegno nei riguardi di noi stessi.

E tu quando incontri il tuo giudice interiore?

Puoi condividere sul blog o partecipare al gruppo Facebook dove sono a disposizione e posso rispondere alle tue domande.

Per approfondire il tema del giudice interiore puoi leggere anche questo articolo.

  • Immagine del redattore: Tatiana
    Tatiana
  • 5 mar 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 21 apr 2020


Il caro fedele giudice interiore che risiede in noi, e non è stato ancora spodestato, avrà le ore contate!

Da bravi detectives lo troveremo subito, sebbene camuffi la sua presenza e nasconda le tracce.

E' quel tipo sospetto che ci giudica sempre, che trova sempre da ridire, che non ci sostiene, ma si mette davanti a noi quando muoviamo un passo nella direzione dei nostri sogni, progetti, della nostra autenticità. Alza la paletta e comincia a commentare:

"Non va bene cosi", "Ma sei sicuro?", "Tanto poi alla fine...", "dovevi pensarci prima", "Tanto non ti ascoltano", "Potevi fare meglio", "non sei abbastanza capace", "Che cosa stai dicendo?'!!", "Non puoi permettertelo", "e poi cosa diranno?"...e cosi via... un tipo incoraggiante dunque.

Ma per prenderlo di soppiatto abbiamo una strategia infallibile. Potremo andare ad interrogare i primi indiziati, sospetti, coloro i quali hanno abitato la storia della nostra infanzia e interrogarli sulle loro noie, paranoie, giudizi e preconcetti, metterli in ordine, come i migliori indizi e recuperare cosi le coordinate spazio temporali con cui si è mosso il sospettato. Coglierlo in fragrante. Aspettarlo e scrutarlo negli occhi dicendogli: "Ma chi sei tu per dirmi chi sono io?" "Chi ti credi di essere?" Conosco ogni tuo passo, so come ti muovi e come ti muoverai, non hai scampo. Da solo non hai possibilità di sopravvivenza. Hai bisogno di me. Quindi da oggi o segui i miei passi in silenzio, o te ne puoi anche andare." Cosi salutammo il caro giudice interiore.

Ne manteniamo i ricordi, ma non può più farci dispetti e intralciare il sentiero inavvertitamente, lo cogliamo sul fatto.

Intravedere questo personaggio tra la folla dei nostri molti personaggi può non essere facile all'inizio, ma diverrà consapevolmente semplice quando cominceremo a non credere più alle voci svalutanti e denigranti che ci vogliono piccoli, impotenti, insicuri, fragili, e timidi, scoloriti e dubbiosi, e inizieremo a frequentare altri soggetti intellettualmente più interessanti che ci incoraggiano, ci danno supporto e ci permettono di vivere liberamente le nostre scelte sostenendo l'intraprendenza, la fiducia, le scoperte, l'autonomia, e l'amore.

Di questi giudici ne è pieno il mondo; sono anche nella coscienza collettiva prima che nella nostra coscienza individuale. Sono a capo degli eserciti delle paure, dei pregiudizi, dell'indifferenza e dell'omertà, dei limiti e della volontà di selezionare, escludere, evitare, condannare. Sono ben preparati e organizzati.

...ma appena una voce interiore appare come un gufo nella notte e gli chiede " voi chi siete, e cosa volete?" una luce accecante li fa indietreggiare e si dileguano nella nebbia senza dare risposta alcuna. Ci disturbano, non mollano, ritornano, ma di fronte alla luce indietreggiano.

Ci sarà un giorno che i raggi potenti del sole del nostro cuore, li farà sciogliere come neve al sole. Sarà un giorno mite, di gioiosa primavera, con la primavera nel cuore.


Il giudice interiore e i Fiori di Bach

I Fiori di Bach possono aiutarci a intravedere e a sciogliere il suo impatto su di noi, ricostruire gli occhiali con cui guardiamo noi stessi e trasformare le voci critiche in un linguaggio di sostegno e approvazione, comprensione, forza e solidarietà con noi stessi in ogni situazione. Ascoltiamo i messaggi ricevuti nell'infanzia, nella società e mettiamoli in discussione, scegliendo consapevolmente altro, per onorarci.



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