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  • Immagine del redattore: Tatiana
    Tatiana
  • 6 apr 2018
  • Tempo di lettura: 5 min

Aggiornamento: 21 apr 2020


Non mollare.

Signora stanchezza arriva e ci prende un po' per mano; a volte ci strattona furiosamente, talvolta abbiamo la sensazione che non ci lasci mai.

Stanchezza a che cosa? e di che cosa?

La stanchezza può coinvolgere i nostri differenti corpi energetici: quello fisico, quello emozionale, quello mentale e quello animico.

La cosa migliore da fare è ascoltare questo stato di spossatezza che ognuno di noi definisce a modo suo.

E tu, come ti senti stanco?

Oppure stanco di che cosa?

Il corpo ci manda segnali inequivocabili che riguardano la nostra carenza di energia di fronte ad impegni continuativi, esperienze intense, situazioni emozionali difficili e stagnanti, percorsi mentali inesauribili. E a questi segnali possiamo rispondere con la nostra attenzione e la nostra volontà a prenderci cura di noi. Imparando a riposare.

Riposare può avere significati diversi a seconda del momento della vita, della giornata in cui siamo. Può voler dire abbandonarsi al flusso della vita, spegnere il telefono, lasciare i panni da sistemare, dire no a ciò che non è necessario e non ci fa stare bene, delegare ad altri, fidarsi di se stessi e pre-occuparsi di meno e occuparci delle cose quando è il momento e ne siamo noi responsabili. Significa non occupare lo spazio vitale degli altri, e non cedere il proprio; ascoltare la musica che ci piace, vestire di un colore che nutre il nostro benessere e leggere un libro che ci fa viaggiare con la mente. Gustare con attenzione i piccoli attimi della vita, ripercorrere la bellezza quotidiana e annusare le cose che ci stanno attorno. Frequentare persone che ci rallegrano, e alleggerire il nostro carico di doveri e costrizioni, nutrirci più consapevolmente e fare dei bagni di sole o di acqua e sale rigeneranti; aggiungere qualche goccia di olii essenziali all'acqua, sulla nostre crema corpo, o un olio da automassaggio, o regalarci un bel trattamento detoxing, rilassante. Fare una sessione di yoga, di rilassamento profondo e tuffarsi nel letto prima delle 10 di sera.

Molte sono le possibilità di trovare la nostra ricetta perfetta per riposarci.

Più ci nutriamo della bellezza del mondo e di noi stessi e meno saremo stanche e più riposati.

Di certo vivendo in un contesto sociale stressante e "demanding" siamo immersi in ritmi e condizioni a volte non corrispondenti al nostro bioritmo, al passo del nostro sentire e della nostra volonta'.

I fiori in questo ci aiutano a raccogliere le forze per fare dei cambiamenti positivi dentro di noi, e nel nostro piccolo mondo, imparando ad amarci di più e a rilassare il corpo, la mente e lo spirito rigenerandoci, senza il bisogno di staccare sempre la spina poco prima di un burn out.

Olive, ci aiuta a recuperare le forze che sono insite dentro di noi. Durante una malattia, un periodo emozionalmente intenso, quando sosteniamo carichi mentali ed emozionali importanti, quando abbiamo dato tutto, ma proprio tutto e pensiamo che non ne abbiamo più per nessuno, nemmeno per noi stessi, Olive ci fa ritrovare la sorgente della nostra forza vitale.

Elm, il fiore dell'Olmo, ci guida a portare a termine i nostri compiti con la fiducia in noi stessi, con la saggezza di delegare e trovare alleati che ci permettono di continuare la nostra progettualità, responsabilità senza soccombere ai mille impegni. Alziamo il braccio e chiediamo aiuto, sostegno, appoggio. Il fiore dell'Olmo è per chi pensa agli altri, incondizionatamente, si occupa di avere qualcosa per tutti, e non solo per se stesso. Il legno dell'olmo veniva largamente usato per i pavimenti che sostenevano le nostre case e attività. E a questo albero maestoso e generoso possiamo chiedere di sostenerci a fare le scelte giuste per ritrovare la nostra forza interiore che è al timone dei momenti impegnativi, fitti e complessi della vita.

Hornbeam spazza via la spossatezza, quella pigrizia stagionale o del lunedi mattina, quella svogliatezza innata per le cose meno piacevoli, i doveri e le faccende da sbrigare. Ci rimette in piedi, ci butta giù dal letto e ci fa ritrovare il passo giusto per vivere in sintonia con la freschezza e la gioia della vita.

Wild Rose, la rosa selvatica irradia di profumo la nostra vita, diffonde la tavolozza dei colori nel nostro mondo ormai scolorito, appassito, denutrito; in tale contesto tutto è noia, solitudine e grigiore. Una stanchezza dell'anima. Questo fiorellino bianco, ci fa risplendere e ritrovare la passione per la bellezza che risiede in ogni cosa.

Oak è lo stacanovista, lavoratore compulsivo che pensa solo al dovere e mai al piacere. Colui che anche di fronte allo stremo delle forze, continua continua, continua, senza sosta. Si fermerà quando sarà costretto dalla vita in qualche modo, ma non di sua volontà. Il fiore della quercia lo aiuterà a rallentare, a prendersi degli spazi di piacere, a riconoscere che il piacere e il dovere sono parti complementari della vita, entrambe vitali, essenziali, importanti.

White Chestnut, per chi è stanco di essere rinchiuso nella cella della mente, a rincorrere una ruota di pensieri come un criceto o un roditore. Gira gira gira, ma in fondo non cambia nulla...un continuo brusio di lavorio mentale che piano piano ci logora, portandoci il fiato in gola, la schiena a pezzi, e una distanza anafettiva dal nostro mondo. Siamo rinchiusi nell'esperienza mentale perdendo la ricchezza e la rigenerazione della vita dei sensi.

Tagliati fuori dal mondo reale; abbiamo bisogno di aprire la porta della mente e uscire a prendere una boccata di aria fresca in tutti i sensi. Stop ai pensieri!

Nelle relazioni la stanchezza si fa sentire quando ci preoccupiamo troppo degli altri invadendo il loro spazio vitale e di crescita. Cosi con Chicory e Red Chestnut ci ritraiamo un po' e vegliamo sugli altri da una posizione di centratura e presenza che è sostegno, calma, amore, generosità e anche libertà e distacco. Allo stesso modo quando cediamo il nostro territorio agli altri ci viene incontro la bella Centaury che ci insegna a delimitare i nostri spazi vitali, a dire di no e ad avere consapevolezza che è un bisogno e un diritto di nascita prendersi cura del proprio cammino personale prima di avventurarsi a servire in quello degli altri e questo diventa anche la nostra più grande e bella responsabilità.

E poi a volte si è stanchi, stanchi a tal punto da non riprovarci più a rialzarci. Il buio rinfresca pensieri di sfiducia e sconfitta e abbiamo riprovato così tante volte che per riprovarci le forze non ci sono più. In quei momenti ci sono dei fiori speciali a sostenerci, a darci la pazienza e il coraggio di aspettare che quei momenti passeranno e dal buio tornerà il sole a risorgere. E sarà un sole intramontabile perchè nasce dalla nostra vittoria sul buio e sulla notte. Questi fiori sono Gorse, Sweet Chestnut, Gentian. E ti aiutano a non mollare.

Se tra queste situazioni c'è anche la tua, o ti riconosci in parte puoi scegliere il fiore adatto a te e scoprirne tu stesso i benefici dei rimedi floreali del Dr Bach. Li troverai in ogni erboristeria e farmacia. Qualora desideri un parere più approfondito o raccontare la tua esperienza personale puoi contattarmi privatamente o sul gruppo Facebook in cui posso rispondere alle tue domande e troverai tante curiosità e info utili.

E poi c'è il mare,

camminare a piedi nudi,

trascorrere del tempo nella foresta, fare un bagno di bosco...

ascoltare il frusciare di un torrente,

osservare gli animali in natura...

tutto ciò che la natura può offrirti, osservalo, goditelo, assaporalo.

Sono i tuoi Sensi a scegliere la medicina per l' Anima.

  • Immagine del redattore: Tatiana
    Tatiana
  • 2 apr 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 27 gen 2022


Qualche settimana fa sono stata a Reggio Emilia allo Studio Policrea a presentare questo ultimo pezzetto della mia ricerca che riguarda proprio lui, il giudice interiore!

Qui ti racconto alcuni passaggi di questo dialogo, a tu per tu con il giudice,

quel personaggio astuto e insolente che si nasconde negli schemi ricevuti, fossilizzati e ormai dimenticati che risiedono nel nostro corpo, mente, ed nelle nostre emozioni!

Chi è per te un Giudice? E chi è per te un Critico?

Talvolta il nostro critico interiore diventa giudice, se gli lasciamo procedere nel sentenziare noi stessi; altre volte rimane un fastidioso critico, che sembra volerci bene, ma nient'affatto, vediamo perché.

Quando meno ce l'aspettiamo, un po' in sordina arriva e vocifera; già sentire la sua voce richiede un livello di presenza consapevole per riconoscerlo.

Solitamente arriva come un sintomo fisico, come una chiacchera svalutante e denigrante, che ci racconta come esseri piccoli, insicuri, fragili, scoloriti, dubbiosi e timidi.

Da dove vengono queste "voci"? Arrivano dal nostro contesto culturale e religioso, dai giudici interiori dei nostri genitori, dalla matrice criticante della società.

E' una condizione limitante per noi perché ciò che fa il critico interiore è proprio quello di mantenere fuori tutto ciò che non si confà all'immagine definita nella struttura psichica e formatasi attraverso il condizionamento genetico, famigliare, sociale e religioso ricevuto e con il quale consapevolmente o inconsapevolmente mi identifico.

Ma ancora di più che tenere fuori ciò che è fuori, tiene me dentro, dentro dei confini che proteggono lo status quo. Quindi ogni volta che vorrò andare oltre i miei confini dovrò affrontare il mio critico e i suoi attacchi.

Di fronte a questo attacco si muovono in me le forze dell'energia aggressiva e rispetto a come sono stato educato a gestire queste forze, avrò la destrezza o meno di muovermi in difesa e costruttivamente di fronte al giudice.

L'aggressività che genera questo attacco se non consapevolizzata si manifesta subito nel corpo, e da un sintomo possono agire, per neutralizzare il giudice.

Come?

Con...

- L'umorismo

- La comprensione

- La compassione

- La disidentificazione

- La presenza senza giudizio

- L'accettazione senza il rifiuto di cio che percepisco e mi accade

Dalla mia parte ci sono sempre i fiori di Bach che come catalizzatori di soluzioni emozionali e percettive mi sostengono nel neutralizzare il giudice.

Quali?

In primis Pine, il fiore del Pino, che ci fa muovere nella vita a piene mani, con passo presente e pieno invece che in punta di piedi perchè quello che siamo o che facciamo non è mai abbastanza.

Centaury ci aiuta a dire di no, senza che il giudice limiti la nostra scelta, quando siamo abituati a essere al servizio degli altri tralasciando l'impegno nei riguardi di noi stessi.

E tu quando incontri il tuo giudice interiore?

Puoi condividere sul blog o partecipare al gruppo Facebook dove sono a disposizione e posso rispondere alle tue domande.

Per approfondire il tema del giudice interiore puoi leggere anche questo articolo.

meditare con la natura...immagini & parole

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