La Bellezza ferita
Antonio Canova, Najade giacente (gesso danneggiato durante i bombardamenti del 1917) – Possagno, Museo e Gipsoteca Antonio Canova – photo Giovanni Porcellato
Nell ultimo mese una cara amica Nicoletta, mi chiama ben tre volte per dirmi “Tatiana, ci sono tantissime stelle di Betlemme qui, ma io non ne avevo mai viste cosi tante prima d’ora! Lei, insieme al marito gesiscono un B&b sul Monte Grappa luogo protagonista della Prima Guerra mondiale che quest’anno ricorda il suo centenario. E nella nostra ultima conversazione ho condiviso con lei la sensazione che quei fiori bianchi con un cuore giallo al loro centro fossero sbocciati quasi a dirci la terra sta guarendo da tanto dolore e perdita…lei disse che aveva avuto lo stesso sentire.
Nei giorni successive mi recai a Vicenza per prendere un document e vista la bella giornata e un elenco di impegni che potevo posticipare decisi di passeggiare e visitare tutti i musei della città. Verso le cinque del pomeriggio i miei piedi erano ormai stanchi, il tempo stringeva prima della chiusura dei musei e arrivata alle gallerie d’Italia mi mancava ancora il museo del Palladio. La mia macchina fotografica segnava low battery. Niente piu foto per questa giornata! Entrai senza aspettativa cosi un po di corsa e subito frenai i miei passi come se nell’aria suonasse una musica dolce e fresca…mi voltai dopo aver fatto il biglietto e vidi lei, la Najade del Canova stesa su un enorme tappeto nero che quasi segnava il confine ammesso nella contemplazione di tanta bellezza…la lasciai rammentandomi di ritornare dopo a rivederla, e intrapresi il viaggio ritrovandomi stupita nell’esposizione dedicata alla Grande Guerra…una passeggiata tra foto, disegni, immagini, lettere, e dipinti che ritraevano momenti di vita quotidiana, ma in battaglia. Il mio passo accelerava ad ogni immagine, era grande il sentimento e l impossibilità di rielaborare quelle immagini senza provare, sentire dolore. Un sentire ovattato. Ma poi alcune parole attirarono la mia presenza e mi fermai come in una sorta di rilascio emozionale quasi magico…La Bellezza ferita, citava un cartellone. E sotto il titolo riportava le sue riflessioni Ugo Ojetti, storico dell’arte italiana, che cosi diceva…
Queste parole si strinsero nel mio petto. Guardai nella memoria quelle opere che tanto amo e che mi rapiscono conducendomi in uno spazio dell animo puro ed eterno e colsi in quei versi narrati e dedicati la dolcezza di un momento tangibile nella sua delicatissima soavità.
Ecco la bellezza. Una bellezza ferita quella dell’anima di ragazzi in guerra che hanno donato vita ad un nemico che non esisteva negli occhi del compagno, del prigioniero, del ferito, del soldato, dell’ amore vicino e lontano. Ferita per chi quindi? In quelle ferite che non trovano umana ragione si apre un varco per far entrare la più sublime bellezza, l amore più tenero e puro, quel balsamo incantato che solo può dare respiro ad un cosi grande sospiro.
La stella di Betlemme che ci ha donato Bach è il fiore che ci dona questo incanto; il recupero delle parti dell’ anima quasi perdute in un paradiso del cuore che si è distaccato dalla umana triste condizione. Ci aiuta a rientrare nel respiro la vita, ad essere respiro, brezza, battito e richiude quella porta aperta dal dolore come quando si socchiude la porta di una stanza dove all’interno c’è qualcuno che dorme, una ninna nanna e il calore di un fuoco acceso e tanto amore.
Un omaggio alla natura e all arte … che con la loro bellezza eterna elevano l’animo umano a vette di mistero e meraviglia, toccate di melodia purissima che anche a raccontarla non si può, ma resta la magia che questo esista e possa portare pace negli occhi e nel cuore di chi la guerra l’ha vissuta e per chi la guerra non è ancora finita…
Ritorno sul Monte Grappa a visitare Nicoletta, è un giorno di pioggia, le Stelle di Betlemme sono state tagliate quando il sole splendeva e l’erba cosi alta andava accorciata…ma la pioggia che cadeva, con quel nebbiolino bianco che sfuma linee di pensiero tra gli alberi dei boschi mi ricorda la bellezza di un pianto, quando tutto è finito e ricomincia il canto…
photo: Star of Bethlehem...Tatiana Vecchiato
Altre opere della mostra a questo link…
The Wounded Beauty
In the last month my dear friend Nicoletta called me three times saying “there are so many Stars of Bethlehem here, I ve never seen so many!!”. She has a cozy b&b on the Great Monte Grappa, a mountain that has been the location of the First World War… in the last call I ve said to her that my feeling was that those little white flowers with a yellow heart were blossoming as the land of the Great War was healing from such great pain and loss in the year of the centenary… she said she had the same strong feeling.
Then in the same days I ve been to Vicenza and I ve visited many museums I ve never had the occasion to enjoy! When I entered in the Gallerie D’Italia, I ve been amazed by the presence of one piece of art of my favorite artist Antonio Canova…my feet were painful for lots of walking, my camera turned off, and I had no expectation about this museum as I had been walking through great pieces of art all day. But then, in front of the Najade of Antonio Canova my heart start beating like if a lullaby was in the air and we were all in a dream. A big black carpet marked the border between me and this great beauty. I started going around the museum letting the Najade for later to have an other look of such beauty finding myself walking through the exposition dedicated to the Great war…my pace became quicker as I was looking at the galleries showing photos, drawings, paintings and letters of young soldiers in those days of the great war… I walked quickly sensing so much feeling and life in all those memories, not being able in the moment to release and integrate such reality. But then some words caught my attention and I stopped like in a sort of magic release…On a big panel there were these three white words…The wounded beauty… a section dedicated to the Gipsoteca of Antonio Canova and its damages over the war started with the reflections of Ugo Ojetti , an Italian art critique…He said… when the soldiers entered in the Canova’s gipsoteca they were like astonished, caught by such beauty and harmony as entering in a world of unbelievable peace and joy when outside the building the bombs echoed in the air…and they had to leave soon again… but in those short moments they had experienced a glimpse of heaven that healed their wounded souls… the grief was forced and melt by the beauty and eternity of these pieces of art …
These words touched me. In my memories those pieces of art that I love so much and that catch me bringing me in a room of the spirit that is pure and eternal I saw in those narrative and delicate verses the sweetness of a as tangible as ineffable moment in all its gentleness.
That s the beauty. The wounded beauty of so many soldiers, young people that have gifted their life for an enemy that was not there, he was not in the eyes of the enemy, of the prisoners, of the wounded, of the soldiers, of their beloved… Wounded for who and why then? In those scars that don t find an human sense there is the gateway to let enter the most sublime beauty, the most tender and pure love, that enchanted balm that is able to give breath to such a deep sigh.
The Star of Bethlehem is the flower that Edward Bach has introduced to humanity as the one who is able to give us this enchantement; the regain of those parts of the soul nearly lost in a paradise of the heart that has been detached by the saddest human condition. It helps us to come back into the river of life, to be breath, air, beat and to close the door that has been opened by the pain as when we half-close the door of a warm room where there is someone sleeping, a lullaby, the light of the fireplace and lots of warm love.
I went to visit Nicoletta at the Monte Grappa , it was a raining day, the Star of Bethlehem have been cut in a sunny day when the grass was too high… but the rain was falling down with that white foggy colour in the air that softened lines of thoughts among the trees of the woods and made me think about the beauty of that crying when everything is gone and the chant starts again.
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