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  • Tatiana

Educare alla Vita con i Fiori di Bach

Aggiornamento: 27 gen 2022


"L’educazione non può essere efficace se non aiuta il bambino ad aprire se stesso alla vita."

- Maria Montessori

Uno dei maggiori contributi di cui l'opera di Edward Bach mi ha fatto dono è quello della comprensione delle tappe fondamentali di crescita, evoluzione e creazione di noi stessi: momenti che tutti attraversiamo, nessun bambino escluso.

Prima d'ora non avevo compreso il significato profondo delle 12 dodici fatiche di Ercole, dei 12 mesi dell'anno, dei 12 apostoli. Non avevo viaggiato così nel profondo della struttura animica della vita e dei suoi 12 pilastri.

Questi pilastri sono le strutture portanti del nostro evolverci - da noi bambini a noi adulti - ed è pertanto necessario premettere che abbiamo bisogno di restaurare e riconoscere questa nostra struttura portante prima di porre lo sguardo su quella di un altro, poiché altrimenti correremmo il rischio di essere superficiali e non di comprendere ciò che è al di là del nostro naso.

Le tappe definite da Edward Bach sono i 12 guaritori e per noi sono una mappa per riconoscere i territori emozionali, mentali, fisici ed animici in cui i bambini si inoltrano, dove scelgono o hanno bisogno di stare, dove dimorano, perché sostengono il nostro percorso evolutivo, oltre che il loro, dove passano per poter apprendere l'arte di vivere, in ogni aspetto fondante della vita stessa.

Meco, capo indiano, Parco indiano di Incontri Nativi, visita al parco, giugno 2018

A questi territori, Bach diede un nome che corrisponde ad un percorso di riallineamento con le proprie facoltà e qualità superiori, trasformando la difficoltà, in un processo di trasmutazione, come parte della vita, del progetto animico di ognuno di noi. È importante supportare questo progetto, poiché là dove non assecondato e guidato conduce alla vera sconfitta, ovvero al nichilismo, alla perdita di se stessi, alla deriva della propria anima.

Sbagliare è parte del gioco: un processo essenziale, vivo, che alimenta la bellezza della vita. Provare, cercare, crescere, cambiare è altresì un compito umano essenziale per la ricerca dell'equilibrio come forma di sopravvivenza e comprensione di noi stessi come parte di un tutto: interconnessi, creatori di armonia e vita se rendiamo questi processi consapevoli.

Qui inizia il racconto dei 12 pilastri, questi sentieri dell'essere attraverso i quali siamo chiamati a passare tutti, inesorabilmente, imparando abilmente a migliorare noi stessi - da adulti - anche ora e nonostante si sia cresciuti in una cultura che non credeva in questo: l'esistenza di forze di natura, di leggi universali e di un progetto di anima al quale affidarci per diventare quello che siamo.

Il primo pilastro è Agrimony: la forza di gettare la maschera, liberare il volto, segnare confini che ci permettano di capire chi siamo noi e chi sono gli altri.

Il secondo pilastro è Centaury che ci insegna ad usare la volontà, una grandissima forza a disposizione dell'uomo, per manifestare il nostro Sé.

il terzo pilastro è Chicory che ci insegna a non trattenere gli altri, a non voler essere trattenuti, ma a dare ed essere per amore, non per ricevere qualcosa in cambio: per essere se stessi senza il bisogno di costringere, restringere noi stessi e gli altri.

Cerato è il quarto pilastro ed è un fiore guaritore: la capacità di seguire il proprio cuore, di non ascoltare ogni voce intorno a noi dubitando di noi stessi.

Clematis è il quinto pilastro: esso porta a compimento i nostri ideali, desideri, sogni e fantasie sulla terra e ci invita a non scappare lontano, ci invita a restare poiché per essere fiore, pianta, albero abbiamo bisogno di germogliare dalla terra, di nutrirci dalla terra, di far crescere radici profonde, di respirare la vita sulla terra.

Il sesto pilastro è Gentian: la capacità di reinventarsi di fronte ad ogni ostacolo, di passare guarendo le ferite, per ritrovarsi sulla strada nuovamente, sulla strada dei propri sogni.

È Impatiens, re della pazienza, il nostro settimo pilastro: la capacità di accogliere l'altro, perché in ogni contesto e dentro ognuno di noi c'è qualcosa che va più lento, a modo suo, con un suo ritmo e riconoscere il ritmo dell'altro nella sua diversità e onorarlo è pura bellezza. Questo fiore ci insegna a stare in un difficile processo in un mondo che corre per profitto ed in cui bisogna arrivare prima per avere.

L'ottavo pilastro, l'ottavo terreno di esplorazione è Mimulus: un piccolo fiore giallo ci ricorda di quanto piccoli ci sentiamo di fronte al creato, e questa paura del sublime che sfocia nel terrore della vita e della morte va affrontata con il nono pilastro: Rock Rose è una forza primordiale a cui bisogna inchinarsi per comprenderla e conoscerla nella sua funzione più elevata all'interno del progetto del creato.

Il decimo pilastro e nostro alleato è Schleranthus: di fronte alle scelte possiamo rimanere secoli, attimi eterni, eppure dobbiamo scegliere poiché in questo mondo duale la scelta è il motore che ci fa muovere sulla mappa che vogliamo seguire. La scelta è la responsabilità, la fiducia, la ricerca, il confronto, il costruire ponti. Schleranthus il nostro decimo pilastro ci invita a riconoscere l'importanza di essere presenti nelle nostre scelte: esso supporta la forma che conferiamo a noi stessi. Non c'è educazione lì dove sono Io a dare forma alle cose, ma vi è crescita e conoscenza dove guido il processo che le porta a compimento nella forma che sono destinate ad avere.

E questo è un processo di umiltà, di inchino alla vita che ci insegna Water Violet, l'undicesimo pilastro e guaritore, che ha compreso come inchinarsi, abbassarsi mettersi alla stessa altezza degli altri, delle cose e dei processi alimentando la vita, senza distruggerla per orgoglio.

Il dodicesimo pilastro è Vervain: esso sfuma e rinfresca l'animo focoso di chi pensa che la sua via, la sua forma ed architettura, sia la migliore. Con questa impostazione non vi è possibilità di guarigione, né evoluzione, né crescita e si perderebbe qualcosa. Vervain ci invita a ridimensionare la nostra verità, perché comunque essa cambierà con noi e non è mai quella di altri - altri intesi come singoli, popoli, gruppi, nuclei ed universi.

Questi sono i 12 fiori che illuminano lo sguardo che rivolgiamo ai bambini e ai ragazzi e ci permettono di comprendere in quale pezzettino di strada si sono persi mentre stanno costruendo le loro fondamenta, si stanno misurando e stanno contemplando la vita.

Intervenire con le nostre strutture preconfezionate e non aggiornate può non essere benefico. Abbiamo il compito di metterci in gioco, noi adulti, per riconoscere nel bambino, nel ragazzo la sua forza di evoluzione, crescita, co-creazione, e nella vita la forza sottile e limpida, la fiducia, lo sguardo umile e generoso, che aspetta di vedere quello che ogni seme è destinato a diventare.

I fiori sono l'espressione semplice e gentile degli archetipi della vita, e ci permettono - studiandoli, sperimentandoli, con il confronto e la condivisione - di essere guide sicure e protettive invece di programmatori azzardati del percorso di vita dei nostri figli e delle nostre comunità.

I fiori ci elevano e potenziano le nostre facoltà; sono dei catalizzatori di consapevolezza e di comprensione di chi siamo veramente.

Questo dono è anche un insegnamento della natura al fine di comprendere l'architettura di ogni creazione nell'universo. Affidarsi ai 12 fiori dell'esistenza può significare mettersi sulla buona strada per edificare, educare i nostri bambini ad essere con se stessi e a realizzare ciò che è inscritto nel firmamento del loro cuore.

- Tatiana

"L'umanità che si manifesta nei suoi splendori intellettuali nella tenera e gentile età infantile, come il sole si manifesta all'alba e il fiore al primo spuntar di petali, dovrebbe essere rispettata con religiosa venerazione: e se un atto educativo sarà efficace, potrà essere solo quello tendente ad aiutare il completo dispiegamento della vita."

Maria Montessori, La scoperta del bambino

I Fiori di Bach per l'Infanzia e l'Adolescenza

Una guida al percorso Educativo di ogni Bambino.

Prossimamente in webinar...

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foto: Tatiana Vecchiato, dal Campus Teenglish 2018

Seconda foto: Meco, capo indiano, Parco indiano di Incontri Nativi, visita al parco, giugno 2018

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