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  • Tatiana

L'arte di sbagliare: ecologia degli errori

Aggiornamento: 21 apr 2020


Pare che abbiamo imparato a camminare cadendo. Cadendo ripetutamente. Andando a sbattere contro spigoli, tavoli e sedie, sbucciandoci le ginocchia sull'asfalto, volando tra i fiori... E rialzandoci. Prima ci siamo rialzati con l'aiuto dei genitori e poi piano piano da soli. Piano piano dico, a suon di cadute, e appoggiandoci sulle cose per sostenerci. A volte abbiamo pianto, a volte abbiamo riso a crepapelle cadendo. Semplicemente cadendo. In volo libero verso la Terra.

Ci sembra strano però, con il passare degli anni, pensare alle svariate cadute e tentativi come al coraggio di provarci, alla pazienza e resilienza per continuare a tentare e alla volontà innata per riuscirci.

Non è bastato cadere mille volte per farci cambiare idea sull'obiettivo, per farci perdere la rotta e smettere di tentare di alzarsi in piedi; non abbiamo avuto bisogno di programmare la crescita, ci siamo ritrovati a fluire con la nostra evoluzione con tutti i nostri sensi e le nostre forze.

Ecco. Allora proviamo a pensare al bambino che cresce e diventa un fanciullo, poi un adolescente poi un ragazzo e un adulto, un anziano. Forse la crescita fisica lascia piano piano il posto a quella emozionale, e viviamo nell'emozione come abbiamo vissuto la scoperta dei sensi e del nostro corpo e di quello che con il nostro corpo fisico potevamo fare...

Con le emozioni cadiamo. Cadiamo alla velocità della luce. In uno spazio fisico-temporale multidimensionale e multi-temporale, che coinvolge la sfera del nostro essere dalla mente, al corpo, al cuore. Per sperimentare le emozioni creiamo, ci imbattiamo, evitiamo, ci scontriamo e amiamo molteplici esperienze talvolta difficili, che ci fanno tremare, piangere, aver voglia di nasconderci, ci vergogniamo e talvolta ci fanno sperimentare la contentezza, soddisfatti, la gioia, la speranza, la volontà, il coraggio e la tenerezza.

Quando sperimentiamo un dolore emozionale, cosa facciamo? Lo accettiamo come potremmo accettare la caduta di un bambino? Cerchiamo di far si che i nostri ragazzi possano evitarlo? Raccogliendo il bambino da terra ogni volta che cade, non imparerà ad alzarsi...

Cosi gli "errori", le strade "sbagliate", i "viottoli oscuri", le "brutte compagnie", i "fallimenti" sono forse i nostri tentativi di crescita perché dentro di noi abita un'intelligenza innata che ci conduce attraverso prove, tentativi, gioie e dispiaceri, ad esprimere i nostri talenti e capacità.

Come abbiamo saputo che potevamo camminare? Forse osservando gli altri, forse per la memoria cellulare, forse per la natura divina dell'essere. Come abbiamo saputo che potevano imparare a relazionarci con gli altri? Ad amare? A Disegnare, e diventare mamme, papa, ingegneri, agricoltori e viaggiatori....Cosa ci spinge a farlo? Perchè non molliamo al primo tentativo? e dopo molti tentativi? Perchè non apprezziamo oggi come allora il valore della "caduta", del cosiddetto "errore" che ci permette di sperimentare la vita in tantissime sfumature e ci riporta sulla nostra via.

Abbiamo bisogno di sperimentare per imparare. Di vivere l'sperienza pienamente per portare a casa la lezione.

La vita è paziente dicono e ci aspetta. C'è un tempo per ognuno di sbocciare.

Possiamo forse scegliere con la maturità "la qualità dei nostri errori" e dare loro un significato in quanto abbiamo la facoltà di riconoscerci, disidentificarci con l'azione e osservare l'essere, la dinamica che si è manifestata ( talvolta spesso); possiamo scegliere di avere compassione e amore per quello che siamo e che eravamo e riconosciamo l'azione, il pensiero e l'emozione, il gesto che codifichiamo come errore come l'espressione più autentica di un attimo del nostro esistere.

Possiamo tornare ad osservarci, nel tentativo di evolverci, con tenerezza e cura, con amore e saggezza; ce la faremo, e sappiamo intimamente qual'è la direzione del nostro viaggio.

"Diciamo questo ai nostri bambini e ragazzi. Loro capiranno perché la parola errore l'abbiamo inserita noi nel vocabolario. Accettiamo con amore e pazienza le loro esperienze e rendiamoci disponibili solo se ce lo chiederanno."

Iris Paciotti "l'Amore come Terapia" Ed. Mediterranee

Quali Fiori Ci aiutano?

Pine ci invita ad abbracciare i nostri infiniti doni, e a riconoscere che andiamo bene cosi come siamo...

Chestnut Bud, ci aiuta ad uscire dal circolo vizioso, dal labirinto e a sperimentare nuove soluzioni dell'essere. Ci spinge a farcela, a concentrarci sull'obiettivo a sbocciare.

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