Qualche settimana fa sono stata a Reggio Emilia allo Studio Policrea a presentare questo ultimo pezzetto della mia ricerca che riguarda proprio lui, il giudice interiore!
Qui ti racconto alcuni passaggi di questo dialogo, a tu per tu con il giudice,
quel personaggio astuto e insolente che si nasconde negli schemi ricevuti, fossilizzati e ormai dimenticati che risiedono nel nostro corpo, mente, ed nelle nostre emozioni!
Chi è per te un Giudice? E chi è per te un Critico?
Talvolta il nostro critico interiore diventa giudice, se gli lasciamo procedere nel sentenziare noi stessi; altre volte rimane un fastidioso critico, che sembra volerci bene, ma nient'affatto, vediamo perché.
Quando meno ce l'aspettiamo, un po' in sordina arriva e vocifera; già sentire la sua voce richiede un livello di presenza consapevole per riconoscerlo.
Solitamente arriva come un sintomo fisico, come una chiacchera svalutante e denigrante, che ci racconta come esseri piccoli, insicuri, fragili, scoloriti, dubbiosi e timidi.
Da dove vengono queste "voci"? Arrivano dal nostro contesto culturale e religioso, dai giudici interiori dei nostri genitori, dalla matrice criticante della società.
E' una condizione limitante per noi perché ciò che fa il critico interiore è proprio quello di mantenere fuori tutto ciò che non si confà all'immagine definita nella struttura psichica e formatasi attraverso il condizionamento genetico, famigliare, sociale e religioso ricevuto e con il quale consapevolmente o inconsapevolmente mi identifico.
Ma ancora di più che tenere fuori ciò che è fuori, tiene me dentro, dentro dei confini che proteggono lo status quo. Quindi ogni volta che vorrò andare oltre i miei confini dovrò affrontare il mio critico e i suoi attacchi.
Di fronte a questo attacco si muovono in me le forze dell'energia aggressiva e rispetto a come sono stato educato a gestire queste forze, avrò la destrezza o meno di muovermi in difesa e costruttivamente di fronte al giudice.
L'aggressività che genera questo attacco se non consapevolizzata si manifesta subito nel corpo, e da un sintomo possono agire, per neutralizzare il giudice.
Come?
Con...
- L'umorismo
- La comprensione
- La compassione
- La disidentificazione
- La presenza senza giudizio
- L'accettazione senza il rifiuto di cio che percepisco e mi accade
Dalla mia parte ci sono sempre i fiori di Bach che come catalizzatori di soluzioni emozionali e percettive mi sostengono nel neutralizzare il giudice.
Quali?
In primis Pine, il fiore del Pino, che ci fa muovere nella vita a piene mani, con passo presente e pieno invece che in punta di piedi perchè quello che siamo o che facciamo non è mai abbastanza.
Centaury ci aiuta a dire di no, senza che il giudice limiti la nostra scelta, quando siamo abituati a essere al servizio degli altri tralasciando l'impegno nei riguardi di noi stessi.
E tu quando incontri il tuo giudice interiore?
Puoi condividere sul blog o partecipare al gruppo Facebook dove sono a disposizione e posso rispondere alle tue domande.
Per approfondire il tema del giudice interiore puoi leggere anche questo articolo.